A Grotte, così come per la tradizione della veglia del Giovedì Santo, anche oggi abbiamo qualche singolare particolarità: infatti durante il tragitto prima dell'arrivo all'Ecce Homo i fedeli pronunciano per mille volte “Gesù” come preghiera durante il viaggio, particolare è anche la “litania” che si recita in questo giorno e che riportiamo di seguito. Inoltre viene celebrata una S. Messa.
Lo staff del blog ringrazia Filippo La Mendola e il poeta Gero Miceli per aver collaborato fornendoci alcuni dati utili alla stesura di questo articolo.
Gesù mi dissi: Ama a mia
pensa pi tià, pensa ca a muriri,
stu munnu ribelli a lassari,
lu nnimicu ti vinni a 'ncuntrari
tu ci ha diri vattini brutta bestia,
ca cu mia nun n'ha chi fari
ca lu jornu di Santa Cruci
si dici milli voti Gesù
pensa pi tià, pensa ca a muriri,
stu munnu ribelli a lassari,
lu nnimicu ti vinni a 'ncuntrari
tu ci ha diri vattini brutta bestia,
ca cu mia nun n'ha chi fari
ca lu jornu di Santa Cruci
si dici milli voti Gesù
Queste sono le tradizioni che mancano al paese, quelle che tutti sconoscono o che in pochi ricordano o sanno; questi sono gli eventi che prima, oltre alla Pasqua, si festeggiavano, la maggior parte del paese non sa nulla di queste cose, sanno solo parlare di Pasqua. Grazie a voi per aver svelato questo mistero, sarebbe bello ripristinare le vecchie tradizioni ormai scomparse... festeggiare la PATRONA, che è SANTA VENERE, festeggiare san Giuseppe e sant'Antonio, parlare della vera storia di Grotte, cosa non fatta in altri siti perchè la prima chiesa a Grotte fu la chiesa Madre prima dedicata alla Madonna dell'Itria, non fu san Nicola. Gente svegliatevi e collaboriamo insieme ai ragazzi di Chiazza di Grutti per svelare ciò che è rimasto ormai nella memoria di pochi, abbiamo un tesoro e non lo valorizziamo. Grazie per lo spazio concesso.
RispondiEliminaGrazie per le parole espresse a nostro favore, Chiazza di Grutti è uno spazio libero dove ognuno può scrivere quello che vuole, dagli commenti agli articoli.
RispondiEliminaRiprendere le tradizioni? Magari... magari potessimo conoscere il nostro vero passato. Festeggiamo i santi che davvero appartengono alla storia di Grotte e riprendiamo le tradizioni abbandonate come la tavulata di San Giuseppi (guardate una foto al primo piano del comune). Per quanto riguarda santa Venera, dato che a novembre non si può organizzare niente, lo si faccia a cavallo del 26 luglio, giorno della sua nascita.
RispondiEliminaGesù mi dissi: Ama a mia
RispondiEliminapensa pi tià, pensa ca a muriri,
stu munnu ribelli a lassari,
lu nnimicu ti vinni a 'ncuntrari
tu ci ha diri vattini brutta bestia,
ca cu mia nun n'ha chi fari
ca lu jornu di Santa Cruci
si dici milli voti Gesù Bellissimo
Non ho nienti di speciale ad aggiungere sino che GROTTE è il Paese piu Amoroso del Christianismo!
Carissimi, volevo solo annotare che la festa della Santa Croce la Chiesa, latina che greca, l'ha sempre celebrata sin da quando sant'Elena, l'imperatrice madre di Costantino ha ritrovato le reliquie della Croce di Gesù in una grotta posta sotto il luogo del Cranio, o Golgota. Da allora il 3 maggio si festeggiava la cosiddetta INVENZIONE DELLA CROCE (dal latino invenire, ossia ritrovare). Successivamente tale memoria si trasferì al 14 settembre. Niente di tradizione specifica del popolo Grottese, come anche il dire mille volte Gesù è comune a tanti luoghi della sicilia, lì dove i predicatori missionari lasciavano attecchire l'amore per la croce e lasciavano questo modo popolare di invocare la potenza del nome di Gesù. A Grotte, questa usanza l'hanno portata i padri predicatori, probabilmente i redentoristi, a partire dai primi del '900...niente di antico quindi. Il popolo grottese ha perso la maggior parte delle vere usanze antiche per un duplice motivo: uno di carattere sociologico, poichè cambiando il mondo, la fede va espressa in sintonia al mondo che cambia (basta leggere l'esortazione post sinodale di Giovanni Paolo II comunicare il Vangelo in un mondo che cambia per farsi un'idea); uno di carattere storico: lo scisma di Grotte dell' '800 ha raso al suolo parte delle credenze popolari in nome di una fede protestante che puntava esclusivamente sulla sola Scriptura. Per cui, per un decennio si è finito col seppellire valori spirituali e culturali che la 'fede dal basso' aveva prodotto. Oggi invece a me sembra eccessiva la proliferazione di pratiche di pietà e di tradizioni popolari, a scapito di una fede autentica fondata esclusivamente sulla Parola e sui Sacramenti. Mi pare, a mio modesto parere, che la parola tradizione a Grotte sia molto abusata e per di più impoverita di ciò che conta, cioè del tramandare le cose autentiche e intelligenti da padre in figlio...Riguardo all'antichità delle chiese, è certamente da ricordare che il culto a san Nicola, a sant'Antonio Abate e a santa Venera affonda radici remote...per cui probabilmente la chiesetta di San Nicola sarà una delle più antiche, ma non la più antica che resta la vecchia chiesa di san Francesco con convento anneso e che, prima del restauro degli anni '70, che è stato uno scempio storico-artistico, riportava delle monofore e bifore dell'epoca chiaramontana oggi scomparse...chissà perchè. La Chiesa Madre, che è dedicata a Santa Maria Odigitria, è di epoca posteriore, e sorta dapprima come cappella del palazzo del Conte, e successivamente, quando il vescovo concesse l'erezione a parrocchia nel 1688, fu la Matrice della fede a Grotte.
RispondiEliminaRingraziamo fortemente don Paolo Morreale per il commento appena lasciato. Vorremmo precisare qui non si parla di tradizioni popolari per allontanare la gente dal culto, qui parliamo di tradizioni e feste che non esistono più per farle conoscere a tutti! Il sapere è una proprietà che appartiene a tutti!
RispondiEliminaOttimo ed esaustivo il commento del caro Don Paolo, concordo pienamente sul fatto che oggigiorno si abusa e impoverisce, molto probabilmente non solo a Grotte, il senso del termine tradizione.
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