Oggi trattiamo di un notaio, che esaltò Grotte con la sua poesia, Raimondo Matrona. Di lui è rimasto il vivo ricordo degli amici, e secondo le fonti storiche non sono rimasti suoi scritti. Di seguito, vi proponiamo una poesia, tramandata oralmente dai nostri nonni:
"I Picconieri"
Dai giacigli si levano nel cuore della notte
i picconieri, e avviansi alle miniere di Grotte!
Come fiammelle fatue i lumicini ardenti
ai loro fianchi brillano, agitati dai venti.
Allineati marciano; e non manca che un'ora
all'occheggio incantevole della vermiglia aurora!
Ma la lena non perdono per la lontana via
e la meta raggiungono dall'alba alla Chiarìa.
Sui piani i panni lasciano al martello sonoro
della campagna vigile che li chiama al lavoro.
Ed ignudi discendono nei profondi cantieri,
col capo del manipolo gli arditi picconieri.
A colpi secchi battono il blocco duro e forte:
i picconieri intrepidi non temono la morte.
Del blocco che frantumasi col pulsar delle vene,
oh picconieri eroici, il pane a voi proviene.
Lasciate il ricco vivere nell'orge sue beate
più dolce è il pan che mangiasi da le tempie bagnate.
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