Piazza Marconi

giovedì 4 ottobre 2012

Petrotto e l'aeroporto

Email ricevuta dall'ex Sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto.

G. Napolitano e S. Petrotto
Foto privata
La Chiazza di Grutti
Ebbene si, lo confesso, sono assolutamente favorevole alla realizzazione di un aeroporto in provincia di Agrigento, anche a Racalmuto, se possibile. 
Se non altro per il fatto che, già nel lontano 1995, feci inserire nello schema di massima del piano regolatore generale, la previsione di creare uno scalo aeroportuale a Racalmuto. 
Schema approvato dal Commissario Regionale, Italo Marinaro, inviato a Racalmuto dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, per approvare il Piano Regolatore Generale.
Lo schema fu elaborato dai progettisti Di Mino, Di Fisco, dal Prof. Perugini e dal Prof. Colaianni, quest’ultimo di Palermo.
La previsione urbanistica dell’aeroporto di Racalmuto, quindi, risale al 1995 ed è ancora vigente; tranne che tale previsione non viene modificata, con un altro atto deliberativo, dagli attuali commissari prefettizi che amministrano, attualmente, il Comune che ha dato i natali a Leonardo Sciascia, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. 
Pertanto risulta estremamente chiaro, per tabulas, che sono stato per primo io a tirare fuori l'idea di creare l'aeroporto a Racalmuto. 
Sono stato sempre io, per primo, alla presenza degli allora sindaci di Licata, Saito, di Agrigento, Sodano, di Favara, Airò, a suggerire alla Provincia Regionale di Agrigento la realizzazione dell'aeroporto a Racalmuto. 
Tale suggerimento fu accolto nel corso di una conferenza di servizio sulla creazione dell'aeroporto, tenutasi alla Prefettura di Agrigento nel 2000 ed indetta dall'allora Prefetto Ciro Lo Mastro.
All’incontro ufficiale partecipò, oltre all’allora presidente della Provincia, l’alfaniano Enzo Fontana, attuale deputato nazionale, anche il sottosegretario ai trasporti del Governo Amato, succeduto al Governo D'Alema, Danese, per la cronaca, nipote di Giulio Andreotti. 
Ricordo che allora c'era presente, assieme a me, anche Pippo Di Falco, responsabile nazionale della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) ed assessore all'Urbanistica del comune di Racalmuto, il quale esternò non poco entusiasmo per il fatto che tutti quanti, al termine di quell'incontro, si dichiararono favorevoli a realizzare l'aeroporto a Racalmuto. 
Lo stesso Pippo Di Falco, qualche anno dopo, con l'avvento dell'Amministrazione Comunale retta dal mio successore, Gigi Restivo, cambiò idea e dichiarò di essere contrario alla realizzazione dell'aeroporto a Racalmuto. 
Ma l'iter per realizzare l'aeroporto, a seguito di quel fruttuoso incontro promosso dal Prefetto di allora, Ciro Lo Mastro, fu avviato. 
Anzi ricordo che fu lo stesso Prefetto ad incoraggiarmi nel sostenere la creazione dell'aeroporto a Racalmuto, dicendomi che si trattava di una grandiosa ed unica opportunità di sviluppo per Racalmuto. 
Ma qualche anno dopo, scaduto il mio mandato di sindaco, ed esattamente nel giugno del 2002, le cose a Racalmuto cambiarono.
Io non essendo ricandidabile, per via della legge che prevede di non potere ricoprire più di due mandati consecutivi, alla scadenza del mio secondo mandato, sostenni l’avv. Luigi Restivo che riuscì a spuntarla contro il deputato nazionale, di origini socialiste ma eletto tra le fila di Berlusconi, Vincenzo Milioto.
Ma il sindaco neoeletto e da me sostenuto, i giornalisti Felice Cavallaro e Gaetano Savatteri, nonché Francesco Marchese, attuale presidente del Circolo Unione di Racalmuto, il famoso Circolo della Concordia in cui era socio Leonardo Sciascia, tutti quanti assieme, attraverso il periodico cittadino Malgrado Tutto e la stampa nazionale si batterono, chi in un modo, chi in un altro, contro la creazione dell'aeroporto di Racalmuto. 
Organizzarono assemblee cittadine contro l'aeroporto, fino al punto di sollecitare la pubblicazione, sul Corriere della Sera, del più classico degli articoli, contenente la solita prevenzione mentale, a firma dell'insigne giornalista, Gian Antonio Stella.
Ovviamente, come capita spesso in questi casi, per il si e per il no, il nostro insigne editorialista sottolineava, a tutta pagina ed a caratteri cubitali che l'aeroporto di Racalmuto faceva gola alla mafia; in modo particolare ad alcune ditte che si occupavano di movimento terra, interessate, ovviamente, a spianare le colline di Racalmuto, soltanto per devastare un territorio e realizzare guadagni illeciti e nient'altro. 
Quando, dalle nostre parti, si vuole bloccare un lavoro, un'opera pubblica, un'azienda, una carriera professionale o politica, a torto od a ragione, si esce fuori, come è ormai noto, la solita parolina magica: mafia. 
Ed il gioco è fatto! 
E così è avvenuto anche per l'aeroporto di Racalmuto.
Ma i soldi, per pagare i progettisti ed i consiglieri di amministrazione della società creata per l’occorrenza, sono stati spesi ugualmente ed ammontano a sei milioni di euro.
Quei soldi sono serviti per mantenere in piedi, per dieci anni, una società fantasma e per redigere un progetto che si è poi rivelato solo carta straccia. 
In compenso, una parte di quel denaro, sperperato dalla Provincia Regionale di Agrigento, una volta transitato nelle casse della società Aeroporto Valle dei Templi, grazie ad un giochetto di prestigio è tornato utile al suo Presidente, un tal Massinelli, per comprarsi le azioni della società che gestisce l’aeroporto di Trapani.
Grazie all’acquisto di quella quota societaria, il buon Massinelli, diventa vicepresidente della società che gestisce lo scalo aeroportuale civile di Trapani Birgi.
In altre parole, il presidente della società fantasma 'Aeroporto Valle dei Templi di Agrigento', il nostro Massinelli di Ribera, uomo di fiducia di Totò Cuffaro e committente di un progetto, mai realizzato, per lo meno, con i soldi della Provincia Regionale di Agrigento, retta dall’alfaniano Enzo Fontana, riuscì a diventare vice presidente di una società che gestiva e gestisce un aeroporto vero, quello di Trapani.
Quando parliamo di Fontana, ci riferiamo allo stesso Presidente che ha favorito la tanto contrastata privatizzazione delle risorse idriche nell’agrigentino, a favore di una s.p.a., Girgenti Acque, in mano ad un azionista di maggioranza, Marco Campione, plurindagato e già condannato in via definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione.
Ma questa è un’altra storia, o, per meglio dire, un’altra vicenda vergognosa approdata in tutte le sedi giudiziarie, per iniziativa di 18 sindaci della provincia di Agrigento che, ancora oggi, resistono nel non consegnare le reti idriche comunali, ad una società che è quanto dire!
Ci sarebbero, inoltre, molti altri aspetti da chiarire, rispetto a ciò che è avvenuto dopo l'avvento del nuovo Presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, nel 2008.
Immediatamente il buon D’Orsi ha buttato giù la baracca ed i burattini dell’alfaniano Fontana.
Il nuovo presidente della Provincia di Agrigento, ancora per poco in carica, per varie ragioni, anche giudiziarie, ha tentato di spostare il sito per la creazione dell’aeroporto da Racalmuto a Licata. 
Quella che segue è ora la cronaca di questi ultimi 4 anni.
Il nuovo corso è stato avviato a partire da un nuovo progetto, con nuovi studi e ricerche, previsioni di esproprio in quel di Licata, nonché tutto l'armamentario necessario a coltivare l'idea dell'aeroporto di Agrigento, con tanto di manifestazioni pubbliche, proteste in tenda, scioperi della fame, della sete e quant'altro. 
Ma dell'aeroporto non registriamo alcuna traccia. 
Non pervenuto!
E dire che la prima volta che si è parlato di aeroporto in terra di Pirandello risale agli anni Settanta del Novecento, con tanto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Tale prima realizzazione abortì dalle parti di Licata, quando, a Piano Romano, vennero effettuati persino gli espropri dei terreni destinati a realizzare lo scalo aeroportuale di Agrigento. 
Risultato: qualche decennio fa quei terreni espropriati a Licata, furono rivenduti a privati.
Adesso, gli stessi terreni, sono o stanno per essere riespropriati, dopo più di trent'anni dal precedente esproprio. 
Ma si sa, ogni politico che si rispetti, se vuole far carriera, visti i precedenti, ad Agrigento deve per forza volare alto, prevedendo la creazione di un aeroporto. 
Avere parlato per dieci anni di aeroporto, avere speso 6 milioni di euro inutilmente, per lo meno a qualcuno è servito a qualcosa.
Tutti quanti, in provincia di Agrigento, siamo rimasti a terra, ma per sua fortuna l’ex Presidente della Provincia di Agrigento, Enzo Fontana, è riuscito a volare in direzione di Roma, atterrando a Montecitorio.
Anche l'attuale Presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, forse ci crede ancora e non sappiamo se: c’è o ci fa!
Ma di sicuro vuole ripetere l’impresa aviatoria del suo predecessore.
Anche se siamo al punto di partenza di 40 anni fa! 
Dunque, ricapitolando: siamo partiti da Licata, negli anni Settanta, per far tappa poi a Racalmuto, per poi ritornare un'altra volta a Licata. 
Si potrebbe concludere che il viaggio, andata e ritorno, da e per Licata, dell'aeroporto di Agrigento, forse si concluderà, adesso, assieme all'esperienza politica di questo nostro ultimo Presidente della Provincia.
Il mal capitato D’Orsi più che altro ci sembra un novello Icaro, con delle ali che, probabilmente, gli si scioglieranno come cera al sole.
Purtroppo, difficilmente egli potrà ripetere le mitiche gesta del suo predecessore, il trasvolatore Fontana che è riuscito ad acchiappare al volo un seggio in Parlamento.
40 palme nane e qualche cena di troppo gli hanno cagionato un processo per concussione e peculato.
E l’aeroporto?
Ci sarà modo e tempo per realizzarlo: forse uno, o magari nessuno o centomila aeroporti, tanti quanti sono i politici di turno e le loro pirandelliane verità!


Salvatore Petrotto

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